Lingue ponte: un bilancio tra necessità e rischio
A volte sono necessarie, ma rappresentano sempre una pericolosa scorciatoia
Cos’è una lingua ponte?
Partiamo con una definizione tecnica indispensabile: una lingua ponte è una lingua impiegata come veicolo di comunicazione tra persone che parlano idiomi diversi. Data la definizione, apparirà subito chiaro che la lingua ponte più utilizzata al mondo è l’inglese.
Ora, nel mondo della traduzione, il concetto di lingua ponte assume un significato in più. Nel caso di un abbinamento linguistico raro come, supponiamo, una traduzione dall’italiano al tailandese, una lingua poco conosciuta in Occidente, e in mancanza di un affidabile traduttore madrelingua, si passa attraverso una più comune traduzione dall’italiano all’inglese per poi, soltanto in un secondo momento, passare dall’inglese al tailandese (combinazione molto più comune).
In pratica, quando traduciamo, una lingua ponte non è altro che una lingua terza che fa da intermediaria tra la lingua originale di un testo e quella finale in cui questo testo deve essere tradotto.
Il pericolo nell’uso delle lingue ponte
La domanda che vi dovrebbe sorgere spontanea dopo aver letto L’inglese non basta più è: l’uso delle lingue ponte nel campo della traduzione è “pericoloso”? Quale sarà la resa in termini comunicativi? Quanto è alto il rischio di non raggiungere un adeguato livello di accuratezza rispetto al testo originale?
Il rischio è alto. Il primo traduttore, quello che opera trasportando il testo originale nella lingua ponte, effettuerà delle scelte per risolvere ambiguità (come banalmente scegliere di utilizzare un plurale o singolare, cosa non così scontata quando si traducono le lingue asiatiche, per esempio), rinuncerà a trasporre sfumature presenti nella lingua d’origine, potrebbe essere tentato di intervenire con editing invasivi per rendere la traduzione non solo funzionale, ma anche “bella”. Dopo questo primo step, si passa dalla lingua ponte alla lingua bersaglio definitiva attraverso un altro traduttore che, oltre a trovarsi a che fare con un testo già “orientato” dal precedente traduttore, effettuerà ulteriori scelte, compiendo un ulteriore allontanamento dal testo originale.
Se di per sé “tradurre è un po’ tradire”, tradurre passando per una lingua ponte è un doppio tradimento. Ma c’è caso e caso.
Quando no
È preferibile evitare l’uso della traduzione tramite lingua ponte specialmente in ambito editoriale.
Le case editrici ormai l’hanno capito: è meglio tradurre dalla lingua originale. Il mondo globalizzato ha fatto sì che molte lingue “rare” siano diventate oggetto di studio sempre più frequente anche in Occidente e il mercato delle traduzioni è diventato un mercato privo di confini e distanze. Ma nonostante i rischi impliciti nelle lingue ponte, molte agenzie e case editrici continuano a seguire questa prassi (almeno in alcune combinazioni). Perché? I motivi sono vari: esistono pochi traduttori (veramente abili) per certe combinazioni linguistiche; la traduzione dalle e nelle “lingue rare” costa mediamente di più; redattori ed editor faticano a valutare la qualità di una traduzione nel momento in cui non conoscono la lingua di partenza (motivo per cui molti libri del mercato asiatico nemmeno arrivano su quello italiano). Nel caso della traduzione editoriale (si tratti di narrativa, arte o saggistica) l’impiego della lingua ponte può provocare gravi perdite di informazione o, nei casi peggiori, mistranslation pericolose, veri deturpamenti dei testi alla fonte. È per questo che Contextus ha scelto di utilizzare soltanto traduttori madrelingua (e possiamo permettercelo nel caso di oltre 40 combinazioni linguistiche), per rispettare l’accuratezza che ci si aspetta da una traduzione professionale. Meglio trovare in poco tempo un traduttore in grado di tradurre nella lingua bersaglio a partire da una lingua ponte comune (supponiamo l’inglese) oppure investire più tempo nello scouting e affrontare le spese di un traduttore madrelingua specializzato nella combinazione linguistica che ci interessa? Abbiamo scelto la seconda opzione, nel nome della sicurezza e della qualità del prodotto. In fondo, i costi impliciti di un testo tradotto male non saranno sempre più alti del legittimo costo di un traduttore specialista in una combinazione linguistica rara?
Quando sì
Esistono condizioni (molto ben circoscritte), invece, in cui la lingua ponte è una vera e propria salvezza. Prendiamo il caso del Parlamento Europeo. I traduttori del Parlamento traducono tutti i tipi di documenti in varie combinazioni nella propria lingua madre. Ma il numero delle combinazioni linguistiche possibili nelle decine di lingue parlate nei 28 paesi dell’Unione (senza contare le altre della zona Euro) è pari a 552. Ovviamente non sempre è possibile trovare traduttori madrelingua in tutte le lingue d’arrivo (immaginate un abbinamento Portoghese-Slovacco? Piuttosto raro, non è vero?), quindi l’utilizzo delle lingue ponte è necessario e anzi, in un certo senso, “salvifico”. Per ovviare a tale situazione, dal 2004, il Parlamento europeo utilizza un sistema di lingue “ponte”, in base al quale il testo viene dapprima tradotto in francese, inglese o tedesco e quindi, a partire da tale lingua, verso le altre lingue. In questo caso si parla di documenti diplomatici, normative, testi burocratici nei quali le ambiguità vengono ridotte e limate alla fonte permettendo traduzioni “sicure” anche attraverso lingua ponte. Stesso ragionamento – con le dovute differenze – può essere fatto per i manuali tecnici e i testi scientifici, laddove i contenuti vengano prodotti già all’origine secondo standard internazionali condivisi a tale scopo.
In conclusione, possiamo affermare che la traduzione più efficace, in ogni caso e in ogni ambito, non passa per lingue intermedie. Viene condotta da un traduttore professionista madrelingua con un’ottima conoscenza della lingua di partenza e, possibilmente, anche del contesto culturale in cui viene prodotto il testo originario. Se L’esistenza di lingue ponte è stata certamente la chiave per l’abbattimento di barriere culturali millenarie, nel campo delle traduzioni rappresenta una pericolosa scorciatoia di cui bisogna conoscere ogni curva e ogni buca.